La sentenza n.52534 del 17 novembre 2017 si occupa di un caso relativo ad un infortunio mortale di un operatore di cantiere, colpito da archi di forma allungata trasportati da un mezzo di sollevamento condotto dal datore di lavoro. Questi, per occultare il reato, ha spostato il cadavere della persona in un’altra località, abbandonandolo in una cunetta per simulare un incidente stradale. In questo caso si ha dunque non solo una responsabilità relativa alle procedure che si sarebbero dovute tenere durante l’attività lavorativa (la caduta degli archi è avvenuta da un’altezza superiore ai 30 cm, procedura che prevede, secondo quanto stabilito dal manuale d’uso, l’imbracatura del materiale trasportato), ma anche un tentativo di inquinamento delle prove e di ostruzione alla ricostruzione dell’avvenimento.

La percentuale più alta di incidenti avviene a causa della mancata formazione ed addestramento del personale.

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